Come intervenire per curare lo stress cronico

L’intervento integrato per curare lo stress cronico

Lo stress è considerato attualmente uno dei problemi sociali più gravi, più diffusi
e preoccupanti. Gli studi scientifici, iniziati molti anni fa, hanno
finalmente permesso oggi di comprendere a fondo tutti i meccanismi con cui si genera
e le modalità efficaci con cui curarle lo stress cronico.
Il problema dello stress non è legato all’evento stressante, perché questi nella vita
ci saranno sempre e non si può pensare di riuscire ad eliminarli a priori. Inoltre lo
stress è, almeno in una prima fase, positivo. Un evento stressante produce infatti
inizialmente il cosiddetto stress acuto, detto anche eustress, che è benefico: la persona
riceve una forte sollecitazione psicofisica ed è messa in condizione di reagire ad
eventi esterni che devono essere tempestivamente affrontati e risolti. Quello che
invece è grave per la salute dell’essere umano è il trasformarsi dello stress da acuto in
stress cronico (detto altrimenti distress). Lo stress cronico non è dato da un eccessivo
carico di compiti o da una condizione di stanchezza eccessiva, ma dall’incapacità
dell’organismo di ritornare, dopo l’attivazione necessaria a superare ostacoli ed
eventi importanti, ad uno stato di allentamento, di tranquillità, di rilassamento.

Perché lo stress diventa cronico

Ciò che determina lo stress cronico è l’impatto complessivo che l’evento stressante
ha sulla persona. La domanda che possiamo farci è: perché alcune persone riescono
ad affrontare brillantemente i problemi e le difficoltà, anche le più ardue, mentre altre
subiscono gli eventi e soccombono ad ogni minimo ostacolo che si presenta sulla loro
strada? A questa domanda rispondiamo dicendo che ciò che fa la differenza è il modo
attraverso cui l’individuo attraversa l’evento stressante. La percezione complessiva di
un evento come gestibile e affrontabile, piuttosto che come drammatico e insuperabile
è ciò che distingue una persona in buona salute da una stressata.
Immaginiamo di possedere un filtro attraverso il quale noi percepiamo
complessivamente gli eventi e più in generale la realtà. Questo filtro ci permette di
cogliere questi in maniera molto diversa, in base al suo buono o cattivo funzionamento.
Se esso è alterato anche la realtà diventa distorta e viene percepita comunque in
maniera negativa se non addirittura drammatica.
Ma cosa significa che il filtro è alterato? In altre parole, ciò che si altera sono le
funzioni psicocorporee: le emozioni negative (paura, rabbia, scontentezza) possono
lasciare poco spazio a quelle positive; la razionalità può svilupparsi troppo al
fine di controllare continuamente l’esterno; può ridursi drasticamente la capacità
immaginativa di progettare e organizzare il movimento verso il futuro; La respirazione
può diventare affannosa o molto trattenuta nel torace, impedendo alla persona di
rilassarsi e recuperare energie.
Queste e altre possibili alterazioni, incidono tutte insieme sulla percezione globale
della persona che si trova di fronte ad un problema da superare e fanno sì che anche un
evento del tutto normale o banale si trasformi, agli occhi della stessa, in una situazione
allarmante e molto preoccupante (stress cronico). Una volta che il filtro si è alterato
e dunque la condizione di stress si è cronicizzata, la persona non è più in grado da
sola di preservare e migliorare il suo stato di salute e ciò le impedirà di condurre una
vita piena, serena e soddisfacente. Inoltre come vedremo, questo stato di alterazione
psicofisica la predispone ad andare incontro al rischio di manifestare col tempo disturbi
e malattie di vario genere e grado.

Disturbi specifici dello stress

Una volta cronicizzato, lo stress diventa altamente dannoso, poiché costringe
l’organismo in una situazione di costante tensione e allarme anche quando non sarebbe
necessario, pregiudicandone energie e salute. E’ oramai un dato acquisito che lo stress
produce modificazioni a carico di tutti gli organi, attraverso la mediazione del sistema
nervoso vegetativo, del sistema endocrino e del sistema immunitario, attraverso una
complessa serie di meccanismi di regolazione.
I sintomi più comuni legati allo stress sono elencati nella tabella seguente:

Intervenire sullo stress cronico

Data la complessità del fenomeno, affinché si possa davvero curare lo stress cronico risulta ormai chiara la necessità di un intervento multidimensionale,
attraverso cui è possibile andare a intervenire sui funzionamenti di fondo della persona,
nei quali va a depositarsi. Ciò che si vuole ottenere non è semplicemente un
rilassamento temporaneo (raggiungibile con tecniche di rilassamento classiche), ma
una profonda modificazione dei meccanismi radicati dello stress. Per ripristinare l’
equilibrio nel funzionamento di base della persona è fondamentale agire sui regolatori
generali dell’organismo e cioè sulla respirazione, la tensione muscolare, le posture,
la memoria corporea, il sistema propriocettivo, senza tralasciare nessuno di questi
elementi.
Le tecniche utilizzate per curare lo stress cronico saranno dunque di diverso tipo e spazieranno da quelle per il
ripristino della respirazione diaframmatica (l’unica in grado di generare condizioni
di calma e benessere), a quelle di massaggio profondo (per sciogliere contrazioni e
tensioni croniche e per aumentare la percezione di zone bloccate o divenute poco
sensibili), a specifiche sequenze di movimenti (per recuperare apertura, morbidezza,
fluidità, calma).

Che cos’è la Psicologia Psicocorporea

Parlando di psicologia… psico corporea

La psicologia psico corporea è un tipo di psicologia che lavora in maniera integrata
su aspetti cognitivi, emozionali e corporei, al fine di favorire un benessere globale
della persona.

Il presupposto di base dell’approccio psico corporeo è che ogni individuo è un’unità
mente-corpo inscindibile; gli stati psicologici riflettono e producono quanto
accade a livello fisico e ciò che si riscontra a livello somatico riflette e determina
gli stati mentali ed emozionali. Nella storia della psicologia, in effetti, non è mai
stato documentato un solo caso clinico in cui potessero essere rilevati disturbi
esclusivamente mentali o esclusivamente corporei: da ciò se ne deduce che è la
persona nella sua unità ad esprimere il malessere e il disagio e non parte di essa.

Una persona ansiosa ad esempio manifesterà al contempo alterazioni su tutti i
diversi piani funzionali: sul piano cognitivo potrà avere dei pensieri negativi e una
costante preoccupazione del futuro; sul piano emotivo potrà manifestare una
difficoltà a lasciarsi andare e quindi un eccesso di controllo sulle reazioni fisiche
ed emotive; sul piano fisiologico una difficoltà a respirare in maniera rilassata e
profonda. La respirazione, caratteristica della persona che presenta un disturbo di
tipo ansioso, in effetti, è piuttosto superficiale e bloccata a livello toracico (la tipica
respirazione associata alla paura) e questo è uno di quegli elementi che contribuisce
in maniera determinante al mantenimento del problema. Attraverso un meccanismo
cosiddetto di retroazione, infatti, le tensioni a livello corporeo (fra le quali in primis
le tensioni del diaframma e cioè del muscolo principale della respirazione) mettono
la persona in uno stato generale di allerta. Le tensioni corporee vengono infatti
tradotte a livello cognitivo sottoforma di pensieri negativi ricorrenti, oppure come
senso di allarme e di preoccupazione continua, oppure ancora come mancanza di
fiducia o senso di inadeguatezza.

Questo semplice esempio ci può essere utile per capire quanto e come mente
e corpo siano intercomunicanti e interdipendenti, tanto che non è neanche
propriamente corretto parlare di queste due entità in maniera separata.

Affinchè la persona possa ritrovare il benessere psicofisico non è sufficiente,

secondo un punto di vista siffatto, cercare semplicemente di eliminare i sintomi
del disagio ( che comunque tenderanno a ripresentarsi o a riaffiorare in forma
differente se non si risolve il problema alla base). Ciò che è necessario fare, invece, è
prima di tutto recuperare un buon contatto con sé stessi, che equivale a riscoprire la
possibilità di sentire ed esprimere pienamente quelle emozioni rimaste più o meno a
lungo trattenute dentro di noi.

Perché è così importante che la persona recuperi un buon contatto con le
proprie emozioni e che ritrovi di nuovo la possibilità di esprimerle pienamente?

Ansi tutto c’è da dire che le emozioni rappresentano la parte più delicata e anche la
più preziosa della nostra personalità, ci dicono chi siamo veramente, ci fanno sentire
vivi e ci indirizzano nelle importanti scelte della vita.

Le emozioni (come la paura, la rabbia, la tristezza, ma anche la gioia) però non
sempre vengono espresse liberamente. I motivi per cui questo accade possono
essere molteplici, ma quando esse vengono negate o trattenute a lungo,
determinano comunque stati di tensione nel corpo. Queste tensioni nell’ottica
psico corporea rappresentano quindi delle fondamentali strategie difensive
attraverso le quali l’individuo si protegge dal sentire e dall’esprimere certe emozioni
percepite come“pericolose” o incongrue rispetto all’immagine che egli ha di sé. Tale
condizione di blocco e di inibizione emozionale se continuata nel tempo può portare
a disturbi psicologici fra cui l’ansia, il panico e la depressione, o a disturbi cosiddetti
psicosomatici (dolori muscolari cronici, cefalee, gastriti, coliti, disturbi respiratori,
etc.).

Un approccio psico corporeo si propone quindi di promuovere l’integrazione
consapevole di mente e corpo, focalizzandosi tanto sugli aspetti psichici che sulle
loro manifestazioni corporee. Attraverso l’utilizzo sinergico di diverse tecniche
sia verbali , che non verbali, scelte accuratamente in relazione alla personalità
e al tipo di disturbo presentato, l’individuo viene guidato verso la realizzazione
di una maggiore comprensione e consapevolezza di sé stesso e dei propri
meccanismi disfunzionali, e facilitato nell’innescare e nel portare a termine il proprio
cambiamento, sempre e comunque nel rispetto dei suoi tempi e delle sue modalità.

Articolo scritto dal dott. Fabio Pratesi, psicologo – Cecina (LI)